di Ester Campese  

Un emozionatissimo Marco Vannucci ha ricevuto il 24 ottobre scorso il Premio Excellentissimus nell’ambito dell’evento tenutosi nello storico Teatro Basilica di Roma.

Il Premio, istituito dall’Associazione Culturale Eureka, di cui è Presidente Marco Ghitarrari e Vicepresidente Pierluigi Pietricola, è dedicato ai giovani talenti con lo scopo di sostenere e promulgare scienza, arte, spettacolo e l’informazione culturale.

Tra le giovani promesse ecco dunque l’eclettico Marco Vannucci, introdotto da Alessandro Miele, attore di cinema e teatro, che lo ha accompagnato in questa performance.  Di Vannucci si può anche dire che è un ottimo fantasista, questo notevole artista con apparente leggerezza, ma che sottende grade professionalità, imbracciando la chitarra con spigliata scioltezza, sa trascinare il pubblico con le sue performance.

Con grande naturalezza confessa, poco prima della sua esibizione, la sua emozione, venendo subito dopo la consegna del premio a Renzo Arbore, che nella medesima circostanza, ha ricevuto il riconoscimento “Le Cattedrali Letterarie Europee” per la sua lunga attività artistica.


Vannucci non si fa intimidire e con la sua verve ironica ed un sorriso accattivante, inizia a cantare, coinvolgendo da subito il pubblico in un simpatico viaggio tra le parole. Questa è proprio la sua peculiarità: canta  si, ma lega brani diversissimi tra loro, mettendo in comune una parola e cambiando voce tono e brano musicale, saltellando da una parola all’altra. Propone così una varietà di stili e di temi del tutto originali e personali che passano dall’ironico al serio, e anche agevolmente da un genere musicale all’altro, dalle canzoni melodiche a quello pop e rock.

Trascinato in questo delizioso teatrino comico, anche il Vicepresidente Pierluigi Pietricola, che si è graziosamente prestato a far da spalla all’artista.

Non ce che dire Marco Vannucci è davvero un talento dalle grandi attitudini, che possiede il senso del ritmo a volte incalzante con un susseguirsi di battute continue, unite ad una gradevolissima voce.

Tra i brani cantati un omaggio al grande Lucio Dalla con “4 marzo 1943” brano a detta dello stesso artista,  a lui caro e che lo emoziona personalmente.  Il saluto alla platea, dopo aver ricevuto il Premio, è stato interpretando la canzone “Bocca di Rosa” facendo così un omaggio ad un altro grande interprete della musica italiana, il cantautore Fabrizio De Andrè.