A qualche giorno dall’apertura dal periodo più caldo dell’anno per il mondo dell’arte bolognese e non solo, Alice Zannoni, Amministratore Unico di SetUp Art srl, annuncia la mostra “Sono ancora qua. SetUp to be continued” che si terrà dal 24 al 26 gennaio 2020 negli spazi al primo piano dell’Autostazione, proprio quelli che hanno visto nascere nel 2013 la dinamica e frizzante SetUp Contemporary Art Fair, la prima fiera d’arte collaterale di Bologna.
Dopo 7 edizioni, 5 delle quali dirette dal duo Zannoni-Gavioli, SetUp nel 2020 non si terrà, così aveva comunicato in autunno la stessa Zannoni al timone dell’azienda da gennaio 2019 e infatti la fiera non ci sarà, ma dice Alice Zannoni: “Non potevo non ascoltare i tanti segnali positivi e di supporto all’iniziativa che mi sono giunti in questi mesi, così ho pensato che se anche non ci sono le condizioni per organizzare un evento della portata di quelli precedenti, è mio dovere lanciare un messaggio positivo rispetto al futuro: SetUp riprenderà la sua attività. SetUp ci sarà”.
E qui sta il senso del titolo della mostra scelto da Alice Zannoni, “Sono ancora qua”, tra la provocazione, rivolta soprattutto a sé stessa con autoironia dopo che negli ultimi due anni si era allontanata dalla direzione artistica della fiera per divergenze di gestione, e il gioco volutamente equivoco di tornare in Autostazione come se a pronunciare le parole fosse la personificazione della fiera che dichiara così un ritorno al luogo delle origini.
Continua la Zannoni: “Mi muove il senso di responsabilità verso chi ha creduto nel progetto quando non era niente e io non ero nessuno, verso chi lo ha sostenuto negli anni a seguire, verso coloro che non hanno mancato di supportare SetUp anche solo con un segnale di presenza. Mi muove anche un profondo senso di consapevolezza di quanto SetUp sia stata una “base 0” fondamentale per tanti giovani artisti. Mi interessa continuare a lavorare in questa direzione, cambiando, evolvendo, ma senza fare compromessi con l’identità della fiera. SetUp è stato e sarà un progetto per dare soprattutto opportunità di crescita agli artisti emergenti”.
E continua: “Nel 2013, con il rito del varo, abbiamo battezzato la nave “SetUp” che significa nel gergo informatico “predisporre le operazioni per il successivo avviamento di un sistema”; si pensava che offrire un’opportunità agli artisti emergenti, in momento importante del mercato dell’arte come quello generato da Arte Fiera, potesse essere la chiave per sostenere il futuro e per mettere in moto una visione a lungo termine rivolta a quelli che saranno gli artisti del domani. Dal 2013 SetUp ha accolto oltre 600 artisti, partendo con soli 25 espositori e arrivando a 60 nel 2017. SetUp ha rischiato e chiesto di rischiare alle gallerie che partecipavano. SetUp ha investito per far crescere una nuova generazione di collezionisti. SetUp ha fatto in modo che una fiera potesse essere soprattutto una piattaforma culturale con talk, tavole rotonde, performance e ideato un format che metteva al centro la triangolazione tra curatore-galleria-artista. Il cambiamento era ripensare il sistema arte per innescare un nuovo processo e generare una sana “economia della cultura”. Tutto ciò che abbiamo fatto mi fa credere che il progetto sia solido e la nave fatta con i migliori presupposti, con una carena che può essere migliorata e con le intenzioni che oggi non sono intaccate dalla paura di affondare”.
La mostra “Sono ancora qua. SetUp to be continued” è costituita da oltre 30 artisti e non ha un sostrato curatoriale a sostegno, ciò perché le opere esposte sono il frutto di donazione da parte di artisti e collezionisti che, con un gesto di generosità e riconoscenza, vogliono contribuire a sostenere la rinascita della fiera.
“L’idea dell’Exhibition and Sale è nata proprio da un’azione spontanea di un amico che mi ha offerto la donazione di una propria opera per dare una mano, parlando di questo gesto di altruismo con altre persone, molte si sono aggiunte senza esitazione con un immediato: “Te ne do una anche io!”. “Anche” è una parola straordinaria. Significa tutto e ancor di più, è una parola inclusiva e virale. E’ una parola enorme. Ho pensato di metterla a frutto, ho pensato che “anche” io avrei dovuto masticarla e riscendere in campo”.
“Prendere la decisione di fermare SetUp è stata una scelta obbligata, un dovere e una responsabilità le cui parole non avrei mai voluto pronunciare. Il cuore è muto, ma continua a battere e non per ostinazione, ma perché sono convinta che il legno con cui è stata costruita la barca sia di di qualità. Il vero capitano è l’ultimo ad abbandonare la nave, per questo “sono ancora qua”, per rilanciare SetUp”.