Incontriamo per l’intervista di oggi, per i lettori di E-ART Magazine, Seby Mangiameli cantautore italiano e fondatore del gruppo musicale dei Tedranura, insieme al pianista jazz Piergiorgio Monaco. Una lunga storia artistica ed umana in quello che è stato anche “Il viaggio” personale di questo artista che si racconta a cuore aperto in questa chiacchierata quasi amichevole. Anticipiamo che il prossimo luglio uscirà il nuovo CD di Seby Mangiameli “Il Viaggio”.

Grazie Seby per questa intervista. Sei stato definito dalla stampa “cronista della musica” perchè nei tuoi brani racconti di vita quotidiana e fatti di cronaca, ti chiedo dunque come vedi il rapporto tra musica e società attuale?

Direi che essendo un ottimista e cantando la speranza, questo tengo a precisarlo, osservo tuttavia un malessere di gran parte della società che purtroppo oggi non vive bene. Questo è sotto gli occhi di tutti, anche se facciamo spesso finta di niente. Davanti a certi fatti però non si può restare insensibili ed è compito di un artista anche quello di provocare, denunciare, stimolare una riflessione, in qualche modo anche suggerire di ritrovare una dimensione più umana. Questo provo a farlo anche io attraverso i miei testi e la musica. Per mia inclinazione caratteriale osservo ed ascolto gli altri e mi rendo conto che la gente spesso non si piace più sia dentro che fuori. Viviamo in un mondo spesso di sola apparenza che vuole mostrarsi per quello che non è. Credo questo molto faticoso e frustrante. Oltretutto ciò porta verso una indifferenza verso i più deboli che sfocia a volte persino nell’odio. Come è possibile vedere ogni giorno tutte le brutture del mondo e restare indifferenti, io non ci riesco. Per questo mi sento di denunciarlo attraverso la mia arte. La società di oggi non è più preparata all’arte o alla bellezza, forse bisognerebbe riequilibrare e ritornare a certi valori mai tramontati e riapprezzare le cose semplici. A volte basta un sorriso, una stretta di mano una parola. Nel brano “La corsa” ironicamente parlo proprio di questa società, senza traguardo, rivolta a persone che avranno sempre il desiderio di avere sempre di più e dico: “Il canto del gallo, l’odore dei fiori, il suono del mare che non senti più”…

Il tuo genere musicale è la world music, ci spieghi meglio?

La world music è un modo “artistico” per viaggiare ed unire le culture dei diversi popoli attraverso le note di una canzone. Ho in me, da siciliano, una tradizione di popoli antichissimi che imprescindibilmente porto nel mio DNA e che faccio rivivere in qualche sorta nei miei brani in cui si scorge la matrice mediterranea, la mia radice, ma anche molte influenze e commistioni che risalgono ai sound argentini o balcanici e del sud America. Un mix che vedo trova riscontro positivo tra il pubblico e che piace.

Sta per uscire con il tuo ultimo CD “Il viaggio” come ti senti?

Sono molto emozionato per l’uscita del CD “Il viaggio” che è stato realizzato con il mio amico Giuseppe Matarazzo. Questo lavoro corona un lungo impegno e raccoglie fra l’altro molti dei pezzi musicali che abbiamo proposto nei vari concerti, ovviamente ci sono anche degli inediti. E’ stato appunto un viaggio bellissimo fatto insieme a molte persone che ha portato un ricchissimo scambio anche emozionale. In fondo ciò di cui si nutre un artista è regalare e ricevere emozioni e non solo dal suo pubblico.

Nel frattempo che esce il CD cosa stai preparando per il tuo pubblico?

Il viaggio continua, anzi siamo sempre in viaggio, sempre in movimento. Stiamo lavorando con il mio amico Salvo Amore ed irraggiando dei nuovi pezzi. Salvo ha molta esperienza ed oltre all’attività di compositore, concertista ed arrangiatore, si dedica anche all’insegnamento. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di collaborare con musicisti di fama nazionale ed internazionale tra i quali Roberto Bellatalla, Marcio Mattos, Phil Wachsmann, Daniele Patumi, Lauro Rossi, Stefano Maltese , Gioconda Cilio, Carlo Cattano e Antonio Moncada, insomma moltissimi. Ci troviamo molto bene insieme, siamo in sintonia e sono felice di lavorare con lui.

Seby ti chiedo, ma tu da artista o come persona, preferisci “sentire”, “pensare”o cosa?

A me piace “sentire” nel senso che, come dicevo prima, amo ascoltare le persone, i suoni, vivere le sensazioni e percepire quello che ci attornia. Anche gli odori a volte ci possono raccontare qualcosa, rivivere una memoria. Sono le cose genuine quelle che spesso ti fanno emozionare ed anche solo due parole possono, proprio come fa la musica, far vibrare il cuore. E’ questo che mi accade quando compongo o ascolto una bella musica e le parole a volte sono proprio come una melodia che accompagna e valorizza il tutto. Sono spunti che catturo dal mio quotidiano e che includo nei brani. Amo le emozioni che le persone sanno suscitarle, luoghi dove la mente e l’anima si incontrano. L’anima per me è l’eco della nostra mente.  

Hai sogni da realizzare, o dei rimpianti, in campo musicale?

Per i sogni, te lo dico sorridendo, e l’ho scritto anche in un post sui social: “I sogni li dormo la notte”. Nel quotidiano invece ho obiettivi seri e concreti da raggiungere. Se devo svelarti un mio prossimo obiettivo potrei dire che desidero suonare al Teatro Brancaccio di Roma, dove ho visto il concerto di De Andrè che per me, e non solo per me, è un’importante icona.

Per i rimpianti ce n’è uno, anche se in realtà l’ho ampiamente superato. Nel 95 partecipammo con il gruppo “Tedranura” alla finalissima di Castrocaro e in quella occasione presentammo sei brani in dialetto siciliano ed uno in italiano. Vito Vitola, che è stato il Direttore artistico per ben 18 anni del Festival di Castrocaro, mi disse che tutti erano entusiasti sia della musica che dei testi presentati. Il mondo discografico di allora era molto diverso e si investivano somme davvero ingenti, ma Vitola proseguì dicendo che eravamo, per i produttori, un gruppo “troppo giovane” e non se la sentirono in quel momento di “scommettere” su di noi. Il rimpianto dunque è che, se quella splendida occasione si fosse presentata qualche anno dopo, con la maturità poi raggiunta, sono sicuro che l’investimento ci sarebbe stato. Oggi ho contezza di ciò che artisticamente posso offrire, il riscontro lo vedo attraverso il pubblico che ci apprezza seguendoci nei vari concerti.

Hai mai pensato di scrivere musica per film, se si per quale?

In realtà qualche tempo fa ci fu un approccio al cinema. Uscì una fiction che narrava la storia di un naufragio. Guarda caso scrissi circa 7 anni fa un testo proprio sul naufragio in un giorno in cui stavo nuotando a mare e mi immaginai quella situazione. Ritornato a casa scrissi di getto “uomini a mare” fermando quelle emozioni che provai in quel momento. Non venne scelta dalla produzione perché poi nella fiction decisero di non includere musiche, ma mi ci fecero pensare a questo ambito. Non escludo dunque che nel futuro ci possa essere la possibilità di lavorare per qualche colonna sonora di un film.

Progetti futuri?

Come detto nel breve l’uscita prossima del CD “il viaggio” e poi un tour nazionale che toccherà diverse città italiane con molte date già definite e alcune ancora da confermare. Seguiteci sui social alla pagina Facebook di “Seby Mangiameli” per saperne di più e restare aggiornati.