di Riccardo Bramante
Alla fine di questo mese di gennaio (esattamente il 24) ricorrerà il centenario della morte di Amedeo Modigliani, avvenuta, come è noto, a Parigi dove l’artista si era trasferito giovanissimo dalla sua città natale di Livorno. Aveva solo 35 anni ma la sua salute precaria fin da ragazzo e poi una vita fuori dalle regole tra alcool e droghe ne ha fatto una sorta di “pittore maledetto” ma anche uno dei più grandi artisti del XX secolo.
Tutti conosciamo il suo stile inconfondibile, i colori tenui e pastellati dei suoi ritratti con colli lunghi e affusolati sia di uomini che di donne, soprattutto delle donne che costellarono la sua vita, dalla poetessa russa Anna Achmatova alla modella inglese Beatrice Hastings fino a Jeanne Hèbuterne che poi divenne sua moglie.
Si dedicò all’arte dapprima come scultore ma successivamente, anche a causa della polvere che sollevava il marmo lavorato che peggiorava la tubercolosi da cui era afflitto fin dall’età di 16 anni, passò alla pittura, influenzato inizialmente da Henry de Toulouse-Lautrec che conobbe a Parigi e soprattutto da Paul Cezanne da cui trasse il gusto per il colore pur conservando sempre una sua impronta personale che emergeva soprattutto nei ritratti.
Modigliani tenne la sua prima personale alla Galleria Berthe Weill che però fu chiusa dopo poche ore perché i nudi esposti furono ritenuti immorali dalla polizia. Partecipò successivamente ad altre mostre ma non volle mai essere accostato alle tendenze pittoriche del tempo, come l’impressionismo o il cubismo.
Per celebrare la ricorrenza la città di Livorno (in passato avara di riconoscimenti per il suo illustre cittadino) ospita ora nelle sale del Museo comunale una mostra in suo onore dal titolo “Modigliani e l’avventura di Montparnasse. Capolavori dalle collezioni Netter e Alexandre”.
Jonas Netter e Paul Alexander sono stati, infatti, i due mercanti d’arte che maggiormente hanno aiutato Modigliani durante il suo travagliato soggiorno a Parigi; 26 sono le opere eseguite da “Modì”, 9 dipinti e 17 disegni su carta a cui si accompagnano lavori di altri artisti che attraversarono la sua vita parigina.
Dalla collezione Netter provengono i 9 dipinti di Modigliani, tutti ritratti tra cui spiccano la “Fillette en bleu” del 1918, il ritratto del pittore russo Chaim Soutine e quello di “Elvire au col blanc” oltre al ritratto di sua moglie Jeanne Hèbuterne. Dodici sono, invece, i disegni su carta provenienti dalla collezione Alexandre, quasi tutti preparatori del grandioso progetto scultoreo delle “Cariatidi”, purtroppo mai terminato.
Diverse sono, infine, le opere degli amici e compagni di vita sregolata di “Modì”, da Chaim Soutine con le sue vedute urbane e nature morte a Maurice Utrillo con tre suoi dipinti, fino alla madre di quest’ultimo, Suzanne Valadon con i “Tres nus a la campagne”.
La mostra, che ha riscosso finora grande successo, rimarrà aperta al pubblico fino al 16 febbraio 2020.