Durante il mese di luglio, ogni mercoledì dalle ore 9.30 alle 16.00, i visitatori del Museo Civico Archeologico di Bologna potranno vivere una delle esperienze più affascinanti in cui possa accadere di imbattersi tra le molteplici attività che ogni giorno animano il “dietro le quinte” di un museo: osservare i lavori in corso di un restauro aperto alla visione del pubblico.
Oggetto dell’intervento conservativo che prende avvio oggi, per concludersi tra circa 4 settimane, è una scultura funeraria a tutto tondo in pietra arenaria che raffigura un leone accovacciato con le fauci spalancate, proveniente dalla necropoli etrusca dei Giardini Margherita di Bologna e databile alla fine del VI secolo a.C.
L’operazione di recupero è resa possibile grazie all’intervento dell’Associazione Amici del Museo Archeologico di Bologna – Esagono, generosamente supportata da Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dal Rotary Club Bologna Sud.
Il reperto, che aveva una funzione di segnacolo, ovvero di lapide posta al livello del terreno per identificare con esattezza il luogo di una sepoltura, è stato rinvenuto in corrispondenza della tomba 192 e proviene dalle campagne di scavo dirette dall’archeologo Edoardo Brizio tra il 1887 e il 1889. Fin dal momento del ritrovamento, il manufatto fu rinvenuto in due frammenti distaccati – la testa e il corpo che mostra una fiera accucciata – e in questo stato di conservazione giunse nel 1889 nella sede dell’appena inaugurato Museo Civico di Bologna.
Lo scopo dell’intervento di restauro è di restituire la maggiore integrità possibile alla scultura, dopo averne pulito le superfici e consolidato la pietra. Il rimontaggio delle due parti congruenti verrà effettuato tramite un’operazione il meno invasiva possibile, che andrà ad integrare la parte mancante tra il corpo e la testa del leone, garantendo la solidità della struttura.
I risultati delle indagini diagnostiche potranno inoltre consentire di acquisire utili prospettive di ricerca per lo studio della ritualità funeraria della Bologna etrusca. La tipologia iconografica di questo segnacolo si distingue infatti per la sua particolarità rispetto al contesto del territorio felsineo, dove è documentata la presenza più diffusa di stele a ferro di cavallo. Nei sepolcreti bolognesi sono noti solo tre esemplari di leoni funerari in pietra a tutto tondo e la fiera rinvenuta ai Giardini Margherita ne è l’esemplare più completo.
La scelta della modalità di restauro a “cantiere aperto”, già adottata in passato dal Museo Civico Archeologico, si rivela particolarmente efficace come pratica di divulgazione e valorizzazione dei beni culturali, per favorire la conoscenza del patrimonio artistico conservato negli spazi museali e osservare dal vivo il lavoro dei professionisti dei beni culturali che ogni giorno se ne prendono cura, accrescendo nei visitatori la consapevolezza della complessità sottesa alla conservazione e tutela.
Elisa Maria Cerra – Silvia Tonelli
Ufficio Stampa Istituzione Bologna Musei