Si è inaugurata a Roma l’11 giugno nel prestigioso Palazzo della Cancelleria Apostolica, l’esposizione dell’artista pugliese Nino Perrone in occasione della IV edizione della Triennale di Arti Visive.
Tema portante della rassegna sarà “ANNI VENTI-Global Change”: una finestra visuale sui cambiamenti climatici, sociali e geopolitici di un ventennio assai travagliato, caratterizzato prevalentemente dall’attuale decorso pandemico. Gli artisti metteranno in scena con colori, gesti performativi, sculture e scatti fotografici le diverse reazioni individuali di una comunità isolata, scossa e inequivocabilmente travagliata. Si assisterà a una rappresentazione talvolta drammatica, talaltra ironica di uno stato di disagio interiore causato anche dal distanziamento sociale.
All’interno della Triennale, l’artista pugliese espone 4 tele ad olio – intitolate: La Danza del Gallo, Energia Vibrante, Germogli e Perturbazione Emotiva; chiarisce Perrone: “Sono tutte caratterizzate da un tratteggio cromatico che si manifesta come traduzione pittorica di alcuni aspetti della natura che, nel mio sentire, generano vibrazioni emotive, forze energetiche e visioni di luce e colore”. L’artista sulle sue opere: “esalta la natura in ogni sua caratteristica vivacità e forma un insieme di armonia pittorica che rende piacevole la vista di chi osserva.” La tela, preparata con stucco e colla, è stata dipinta con la spatola per fare in modo che ogni colore diventi gestuale e anche protagonista. Per esempio “LA DANZA DEL GALLO”, uno dei suoi quadri più famosi, rievoca il movimento di questo bellissimo animale verso qualcuno con fare minaccioso. Perrone afferma: “Mi piace molto la figura del gallo, ha una dignità straordinaria e pur essendo fragile, rispetto a molti predatori, è sempre pronto a lottare sino alla morte, le sue piume svolazzanti durante i suoi scontri rappresentano una danza meravigliosa”.
“I turbamenti dell’animo di Nino Perrone agiscono all’unisono in bilico tra colore e materia, come se non ci fosse distinzione tra la ragione e l’esigenza dello spirito. I suoi temi cari differiscono da vedute di paesaggi a visione interne della propria esistenza, ma si confermano sotto un unico tratto” – come descrive il critico Daniele Radini Tedeschi – “L’osservatore non rimane un mero ammiratore ma diventa parte integrante del quadro.
Nell’arte del maestro che “dipinge la vivace anima del mondo”. (cit. del critico Stefania Pieralice) nascono composizioni intense che rimangono impresse nella memoria di chi le osserva. “Il colore prevale e prende forma sostituendosi al disegno; quest’ultimo può essere un punto di partenza non sempre necessario, per dare vita alle emozioni che solo nel colore riescono ad esprimersi“.
“Tutta la pittura di Perrone si ispira alla natura – scrive il critico Giorgio Di Genova – ed è una personalissima traduzione pittorica di aspetti di essa come è documentato dai suoi paesaggi e dalle marine, vere e proprie trasfigurazioni in ritmiche spatolate, taches, svirgolature, pois cromatici che in qualche caso convivono nella stessa opera come nel caso di Terra di Puglia (2012).”
“Nino Perrone è un narratore visivo di abitudini sedimentate. Non vi è dubbio: esiste un immaginario dell’Italia meridionale, dominato dal sole, dalle stagioni, dal mare. “Nino Perrone narra questo immaginario. osservando le sue opere, si vive un’esperienza oltre i confini e i minuti scorrono più veloci all’interno della cornice laddove l’anima fuoriesce e viene invasa da forti sentimenti”. Philippe Daverio